Roma 40 D.C. Destino D'Amore by Adele Vieri Castellano

Roma 40 D.C. Destino D'Amore by Adele Vieri Castellano

autore:Adele Vieri Castellano
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Roma Caput Mundi vol. 01
editore: Leggereditore
pubblicato: 2012-05-29T22:00:00+00:00


Turia le offrì una ciotola di mulsum speziato. Livia lo ingollò come se fosse stata reduce da un lungo e atroce periodo di siccità. Si deterse le labbra e chiuse gli occhi accettando di buon grado il calore rovente del sole dell’ora sesta.

Erano sedute nel giardino della casa della cognata e Livia si lasciò incantare dall’orologio ad acqua che sovrastava l’impluvium. I due vasi di vetro trasparente, uno sopra l’altro, lasciavano cadere gocce d’acqua con un movimento regolare che la incantò. Le tacche, nette linee di bronzo, erano applicate sulla superficie esterna e indicavano le ore trascorse.

«Questo marchingegno ha un grande vantaggio rispetto alle meridiane. Indica l’ora anche di notte, e nelle giornate nuvolose. Marco l’ha costruito quando era un ragazzino, col suo precettore ispanico. Mio padre, ogni volta che lo vedeva, brontolava che un uomo sano di mente non avrebbe mai voluto seguire l’andare del tempo e l’avvicinarsi della fine. Ma piaceva anche a lui, ne sono certa.»

Livia ebbe una fugace visione di un adolescente ma non riuscì a immaginarsi il suo aspetto. Scoprire nuovi particolari della vita di suo marito non la rendeva felice. Le sembrava di carpirne una parte senza averne il diritto, lei che non lo avrebbe mai amato e non vedeva l’ora di lasciarlo.

«Forse è meglio che me ne vada» disse spinta da un impulso improvviso e conscia che diventare amica di sua sorella, progettando di unirla a Lucio, non solo era un’idea stupida ma anche irrealizzabile. Non ne avrebbe avuto il tempo.

Turia la bloccò, appoggiandole entrambe le mani sugli avambracci.

«Non ti lascerei tornare a Palazzo in questo stato neppure se mi pregassi in ginocchio. Aspetterai Essene e tornerai con lui questo pomeriggio.»

«Oh, Turia, come posso permetterlo? Io credevo che sarebbe guarita!»

«A volte penso di essere grata agli dèi che mi hanno tolto mia madre nello spazio di una notte. È stato lungo e difficile uscirne, ma almeno non l’ho vista soffrire.»

«Ha chiesto del veleno a Essene. L’ho pregato di aspettare ancora. Io non sono pronta.»

Turia le strinse le braccia e la invitò a sedersi di nuovo.

«Sta soffrendo, Livia. Essene sa quello che fa. Lui conosce i veleni e se dice che tua madre non se ne accorgerà neppure…»

Livia si tappò la bocca per contenere a viva forza il singulto di dolore che stava per uscirle dal corpo. Si aggrappò alla cognata della quale, fino al giorno prima, neppure conosceva l’esistenza.

«Poche settimane fa stava bene. Come può essere in punto di morte?»

«Mia cara, ti ha mentito per mesi. Lo ha confessato a me in questi giorni. Da tempo sapeva di non avere speranze ma ciò che la teneva in vita era il desiderio di affidarti a qualcuno.»

«Io sono sola senza di lei. Ho solo mia cugina Giulia. Non ho nessun altro.»

«Come puoi dire tali sciocchezze, Livia? Ora tu hai una nuova famiglia, tuo marito.»

Livia la lasciò andare e le girò le spalle, mortificata.

«Oh, Turia! Tu non sai, non sai nulla!»

E tra le lacrime e i singhiozzi le raccontò del suo amore perduto.



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